Tax News - Supplemento online alla Rivista Trimestrale di Diritto TributarioISSN 2612-5196
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Il principio di inerenza nell''innovativo' orientamento della giurisprudenza di legittimità (di Maria Gaballo, Dottore di ricerca in Diritto tributario nella Seconda Università degli Studi di Napoli. Assegnista di ricerca in Diritto tributario nell’Università del Salento.)


Nota a Cass., sent. 13 dicembre 2018, n. 32254

Il principio di inerenza nell’“innovativo” orientamento della giurisprudenza di legittimità.

In linea con i più recenti indirizzi giurisprudenziali si è concluso che l’inerenza deve esprimere la necessità di riferire i costi sostenuti all’esercizio imprenditoriale. La Corte di Cassazione evidenzia, nella decisione che si commenta, che la valorizzazione della congruenza e vantaggiosità del costo rapportato all’impresa, già in precedenza, comportava un giudizio di valore qualitativo della stessa spesa. I più recenti orientamenti della giurisprudenza non sembrano concretare ed avvalorare il carattere “innovativo” degli indici definitori e sostanziali dell’inerenza rispetto alle linee argomentative già sviluppate in passato. Dovrebbe, piuttosto, confermarsi, in definitiva, il marcato carattere qualitativo del principio di inerenza.

The principle of inherence in the 'innovative' orientation of the jurisprudence of legitimacy

The principle of inherence in the “innovative” orientation of the jurisprudence of legitimacy.

In line with the most recent case-law guidelines it is concluded that pertinence must express the need to report the costs incurred in the entrepreneurial year. The Court of Cassation shows, in the decision that is commented, that the enhancement of the congruence and benefit of the cost compared to the company, already previously, involved a qualitative value of the same expenditure. The most recent guidelines of the case-law do not seem to implement and reinforce the “innovative” character of the defining and substantive indices of pertinence compared to the argumentative lines already developed in the past. It should, rather, confirm, ultimately, the markedqualitative character of the principle of pertinence.

1. La sentenza della Suprema Corte n. 32254/2018 che si annota torna sul tema dell’inerenza dei costi sostenuti da una società e sulle regole giuridiche sull’onere della prova. La Corte considera, a tal riguardo, che il riconoscimento della sua sussistenza debba confermare il riferimento ad un criterio non meramente formale, ma sostanziale, e ciò a prescindere dai parametri guida (e vale a dire dal tradizionale nesso di colleganza ai criteri della vantaggiosità e della congruità della spesa o, piuttosto, dalla valorizzazione del criterio qualitativo collegabile al reddito d’impresa) da seguire nella definizione del principio de quo. La nozione d’inerenza è volta a delimitare la sfera fiscale dell’impresa e ad imporre la deducibilità dei costi in ragione del loro rapporto con l’attività esercitata (sul vincolo della deducibilità delle spese e degli altri elementi di costo unicamente nella misura in cui sono relativi all’attività d’impresa, Cass. 30 luglio 2007, n. 16826). La selezione dei costi consente di attribuire rilievo soltanto a quelli che hanno concorso alla produzione del reddito. L’opinione prevalente in dottrina conferma che l’inerenza è espressione di un giudizio qualitativo e non quantitativo e di carattere oggettivo, che, poi, impone una valutazione variabile da impresa ad impresa.   2. Il concetto di inerenza è esaminato dalla Corte, sostanzialmente, in conformità a due prospettive d’indagine: a) secondo l’interpretazione tradizionale, per la quale esso trova un riscontro normativo nell’ambito dell’art. 109, D.P.R. n. 917/1986, ed in modo specifico ricondotto al rapporto tra costo ed impresa; b) per altro verso, viene, invece, abbandonato il criterio tradizionale (del rapporto tra costo e requisiti di congruità e vantaggiosità dello stesso), discostandosi dal citato art. 109; in tema di imposte sui redditi delle società, con un più recente orientamento, la Corte di Cassazione ha affermato che il principio dell’inerenza dei costi deducibili si deve desumere dalla nozione di reddito d’impresa. Per questi aspetti della questione, in linea con i più recenti indirizzi giurisprudenziali, si è, in particolare, concluso che l’inerenza deve esprimere la necessità di riferire i costi sostenuti all’esercizio imprenditoriale. Questo, ancora, in ragione dell’osservazione, evidenziata da questa giurisprudenza, e per la quale può asserirsi che è configurabile come costo anche ciò che non reca alcun vantaggio economico, senza che per questi profili assuma rilevanza la congruità delle spese, poiché il giudizio sull’inerenza è di tipo qualitativo e non, invece, quantitativo (Cass., sez. Trib., ord. 11 gennaio 2018, n. 450, indirizzo consolidato, [continua..]
Fascicolo 2 - 2018