argomento: Attuazione del tributo - Legislazione e prassi
La Corte di Cassazione, nella sentenza n. 25693 del 2025, torna ad esaminare la questione dell’applicabilità della presunzione di distribuzione degli “utili extrabilancio” per la società a ristretta base societaria. La Suprema Corte affronta il tema della tassazione presuntiva, che implica l’utilizzo di mezzi diretti ad accertare l’imponibilità fiscale, nell’ambito della tassazione delle piccole imprese. Si discute, quindi, di una presunzione non legale quanto piuttosto giurisprudenziale, secondo cui i soci di una società a ristretta base partecipativa, anche legati tra loro da legami personali o familiari, sono beneficiari del reddito ottenuto dalla loro società ed occultato. La presunzione de qua è, però, contestabile. La Corte di Cassazione ha affermato che in tema di accertamento delle imposte sui redditi, nell’eventualità di società di capitali a ristretta base partecipativa, la presunzione di attribuzione ai soci degli eventuali utili extracontabili accertati è legittima, rimanendo salva la facoltà per il contribuente di offrire la prova del fatto che i maggiori ricavi non siano stati fatti oggetto di distribuzione. La pronuncia offre l’occasione per più di una considerazione sull’importanza della Riforma fiscale in relazione all’onere della prova e sugli aspetti imprescindibili sulla natura dispositiva del processo tributario.
» visualizza: il documento (Cass. Civ., sez. V, sent. 19 settembre 2025, n. 25693)PAROLE CHIAVE: presunzione di distribuzione degli utili tra i soci - modalità di accertamento - onere della prova - società a ristretta base partecipativa - maggiore imponibile societario
di Maria Gaballo
1. La ristrettezza della base sociale è il criterio fondante che giustifica la presunzione di distribuzione di utili extracontabili. La [continua ..]