Tax News - Supplemento online alla Rivista Trimestrale di Diritto TributarioISSN 2612-5196
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Il rapporto tra la bancarotta fraudolenta documentale e l´occultamento o distruzione delle scritture contabili: ne bis in idem? (di Francesco Martin, Avvocato del Foro di Venezia – Cultore di materia di Diritto Penale I e II, Università degli Studi di Udine)


Il presente elaborato si prefigura il fine di analizzare una recente sentenza della Corte di Cassazione che si è pronunciata sul rapporto tra i reati tributari, di cui al D.Lgs. n. 74/2000, e il reato di bancarotta fraudolenta documentale disciplinato dal codice della crisi d’impresa.

In particolare, si evidenzierà la possibile violazione del principio del ne bis in idem alla luce dei criteri stabiliti dalla Corte costituzionale secondo cui la verifica circa il bis in idem, pur dovendo attingere il fatto materiale e non già la fattispecie astratta, impone di riguardarlo comunque individuando, nel comportamento sub iudice, gli elementi di sovrapponibilità fattuale rispetto alla struttura della fattispecie come prevista dal legislatore.

Parole chiave: reati tributari; bancarotta fraudolenta; ne bis in idem.

The relationship between the fraudulent documental bankruptcy and the hiding or destruction of accounting records: ne bis in idem?

This paper analyzes a recent ruling by the Court of Cassation which ruled on the relationship between tax crimes, pursuant to Legislative Decree 74/2000, and the crime of documentary fraudulent bankruptcy governed by the corporate crisis code.

In particular, the possible violation of the ne bis in idem principle will be highlighted in relation to the criteria established by the Constitutional Court according to which the verification of the bis in idem, while having to draw on the material fact and not the abstract case in point, requires to regard it in any case identifying, in the sub judicial conduct, the elements of factual overlap with respect to the structure of the case as envisaged by the legislator.

Keywords: tax offenses; fraudulent bankruptcy; ne bis in idem.

1. La normativa che regola i reati tributari, il D.Lgs. 10 marzo 2000, n. 74, si è in varie occasioni confrontata e rapportata con le disposizioni del Codice penale, ovvero con altre leggi speciali che intervengono in materia penale. Proprio per la loro peculiarità tali delitti hanno dato origini a numerosi dibattiti in dottrina e giurisprudenza tra cui, è opportuno ricordare, circa l’eventuale concorso di reati o assorbimento della norma generale in quella speciale, ovvero la combinazione delle norme di cui al D.Lgs. n. 74/200 con alcuni istituti disciplinati dal codice di procedura penale, con speciale riferimento ai provvedimenti cautelari reali. Di particolare interesse, anche perché ritornato in auge a seguito del­l’introduzione dei reati tributari nel novero dei reati presupposto per fondare la responsabilità della persona giuridica, è la possibile violazione del principio del ne bis in idem. Il presente articolo vuole quindi soffermarsi su un aspetto, recentemente affrontato dalla Corte di Cassazione, che concerne l’assenza di deleghe ad alcuno dei componenti del Consiglio di Amministrazione di una società e la conseguente responsabilità per gli illeciti deliberati o posti essere dal consiglio di amministrazione gravante su tutti i consiglieri, da riferirsi solidalmente a ciascuno di essi. In particolare, si evidenzierà il rapporto tra il delitto di bancarotta fraudolenta documentale e quello di occultamento o distruzione di documenti contabili, rispettivamente ex art. 216, comma 1, n. 2, L. Fall. e art. 10, D.Lgs. n. 74/2000. 2. Appare quindi utile, al fine di inquadrare meglio la tematica sottesa alla pronuncia in esame, esaminare gli elementi costitutivi dei reati di bancarotta. La bancarotta ha origini storiche profondamente radicate nel contesto imprenditoriale e sociale che caratterizzava già l’epoca medievale; in tale contesto storico al banchiere divenuto insolvente veniva spezzato il tavolo e la panca, da cui l’odierno termine. I reati di bancarotta erano originariamente contemplati all’interno della Legge Fallimentare, il R.D. 16 marzo 1942, n. 267, in seguito riscritta dal D.Lgs. 9 gennaio 2006, n. 5, anche se la novella non toccava le disposizioni penali di cui al Titolo VI, dedicato, per l’appunto, anche ai reati di bancarotta. La principale distinzione all’interno della bancarotta era tra bancarotta semplice (artt. 217 e 224, L. Fall.) e bancarotta fraudolenta (artt. 216 e 223, L. Fall.), relativa ad una differente intensità della gravità oggettiva e soggettiva. La disciplina dei reati di bancarotta è stata rimodellata a seguito della pubblicazione del D.Lgs. 12 gennaio 2019, n. 14, recante il “Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza in attuazione della legge 19 ottobre 2017, n. 155”, avente l’obiettivo di riformare in modo organico la [continua..]
Fascicolo 1 - 2022