Tax News - Supplemento online alla Rivista Trimestrale di Diritto TributarioISSN 2612-5196
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Tutela giurisdizionale e “prevedibile pertinenza” delle informazioni nella cooperazione amministrativa fiscale europea (di Chiara Francioso, Dottoressa di ricerca in Scienze giuridiche, Università degli Studi di Milano-Bicocca)


La Corte di Giustizia si è pronunciata sul diritto alla tutela giurisdizionale dei soggetti coinvolti nello scambio di informazioni su richiesta ai sensi della Direttiva n. 2011/16/UE e sulla portata del requisito di prevedibile pertinenza. In un contesto normativo in continua espansione, che pecca per l’assenza di una disciplina organica di salvaguardia dei diritti, la sentenza in commento chiarisce che viola il diritto ad un ricorso effettivo (art. 47, Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea) la normativa di uno Stato membro che precluda al detentore delle informazioni di agire in via diretta contro l’intimazione a fornirle all’amministrazione del medesimo Stato al fine di soddisfare la richiesta proveniente da un altro Stato membro. Tuttavia, con un approccio che suscita qualche perplessità, la Corte reputa che il diritto UE non osti ad una simile preclusione rivolta al contribuente e ai terzi interessati, purché siano disponibili altri rimedi intesi a ottenerne un riesame incidentale. La sentenza si pronuncia anche sulla nozione di prevedibile pertinenza delle informazioni, oggetto, peraltro, di recente riforma ad opera della c.d. DAC 7.

Parole chiave: scambio di informazioni; DAC; Carta di Nizza; diritto alla tutela giurisdizionale; prevedibile pertinenza.

The right to an effective remedy and the requirement of “foreseeable relevance” in the european administrative cooperation on taxation

The Court of Justice ruled on the right to an effective remedy of those involved in the exchange of information on request pursuant to the Directive no. 2011/16/EU and on the requirement of foreseeable relevance. In an ever-expanding legal framework, lacking a comprehensive set of safeguards, this judgment clarifies that it violates the right to an effective remedy (Article 47, Charter of Fundamental Rights of the European Union) the legislation of a Member State precluding the holder of the information from taking direct action against the order to provide it to the administration of that State to satisfy the request from another Member State. However, with a questionable approach, the Court considers that EU law does not preclude such limitations for the taxpayer and interested parties if indirect remedies are available. Furthermore, the judgment clarifies the notion of foreseeable relevance of the information, later amended by the DAC 7.

Keywords: exchange of information; DAC; CFR; right to an effective remedy; foreseeable relevance.

1. La sentenza “État luxembourgeois” è una delle prime della Corte di Giustizia in tema di tutela dei soggetti coinvolti nello scambio di informazioni ai sensi della Direttiva n. 2011/16/UE (c.d. DAC 1). A fronte di un contesto normativo in costante espansione, comincia a delinearsi – in via pretoria – l’assenza di un sistema comune di garanzie, quale profilo critico della cooperazione fiscale nella Ue. Infatti, salvo sporadici riferimenti della DAC alla tutela dei segreti e dei dati personali, non si riscontra un seguito alla premessa secondo cui la «direttiva rispetta i diritti fondamentali e osserva i principi riconosciuti in particolare dalla Carta dei diritti fondamenta li dell’Unione europea» (Preambolo, § 18). In forza del principio di autonomia procedimentale, la salvaguardia dei diritti rimane perlopiù affidata alle discipline domestiche, che, però, raramente prevedono garanzie quali il contraddittorio preventivo, il diritto a rimanere in silenzio e ad esperire rimedi giurisdizionali contro atti relativi allo scambio di informazioni (ad esempio, la richiesta di informazioni, generalmente reputata non immediatamente lesiva della sfera del contribuente. Cfr., senza pretesa di esaustività, Melis-García Prats, Scambio di informazioni e tutela del contribuente, in Dir. proc. trib., 2015, p. 265 ss.; Baker-Pistone, Action 16: The Taxpayers’ Right to an Effective Legal Remedy Under European Law in Cross-Border Situations, in EC Tax Rev., 2016, p. 340; Dorigo, L’ordinamento italiano e la cooperazione fiscale internazionale, in Sacchetto (a cura di), Princìpi di diritto tributario internazionale, Torino, 2016, 167 ss.; Pistone, General Report, in Id. (a cura di), Tax Procedures: 2019 EATLP Congress, Amsterdam, 2020, pp. 100-101; Kokott-Pistone-Mil­ler, Diritto internazionale pubblico e diritto tributario: I diritti del contribuente. La fase 1 del progetto dell’International Law Association sul diritto tributario internazionale, in Dir. prat. trib. int., 2020, p. 474 ss.). Il tema è particolarmente avvertito anche nell’applicazione della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali (CEDU), come testimoniano diverse pronunce della Corte EDU direttamente o indirettamente rilevanti per lo scambio di informazioni ai fini fiscali (fra cui Corte EDU, 16 giugno 2015, Othymia Investments BV c. Paesi Bassi, ricorso n. 75292/10, e Id., 22 dicembre 2015, G.S.B. c. Svizzera, ricorso n. 28601/11). La Corte di Giustizia – come nel precedente Berlioz (Corte di Giustizia UE, 16 maggio 2017, C-682/15, Berlioz Investment Fund c. Directeur de l'administration des contributions directes, , con nota di Dorigo, La tutela del contribuente nel corso di procedure di scambio di informazioni: la sentenza Berlioz della Corte di Giustizia, in questa Rivista, 2018, p. 91 ss., e di [continua..]
Fascicolo 2 - 2021